Linda taceva e mi stringeva il braccio. «Camminavi cosí con la bionda?» disse. Io cercavo di fare i passetti perché quella strada durasse di piú.
Poi fummo in piazza e si fermò. «Andiamo ancora in qualche posto» dissi piano.
Linda disse: «Non sai dove sto? Se mi prometti di andartene subito, vieni a trovarmi.»
Cosí salimmo quella scala e avevo il sangue che batteva. La baciai molte volte e ci fermammo nel buio. Lei disse: «Saliamo».
Aprì la luce in una grande anticamera vuota. C’era odore di stoffa e soltanto un armadio. «Qui di giorno lavora la sartoria» mi disse. Spense la luce e dalla vetrata in fondo venne il riflesso leggero dei lampioni. «Vivo in una stanza che è come una scatola». Traversammo la lunga anticamera buia, e aprì una porta e accese dentro. Entrai dopo di lei.
Quella notte mi disse che bisogna esser calmi e non dipendere dagli altri. Da nessuno. «Dunque vedi» le dissi. «Madre e sorelle sono un’altra cosa» disse lei. «Non bisogna montarsi la testa». E mi disse che Amelio era un uomo che mai si montava la testa. Per questo era riuscito a farsi la moto. «Si può anche ubriacarsi» mi disse «si può andare dovunque. Ma poi se hai casa torna a casa.
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